Oggi raccontiamo una storia di bullismo ma, soprattutto, di riscatto. Giulio ci ha scritto appena è venuto a conoscenza della nostra rubrica e ci ha chiesto di voler raccontare la sua storia che, come quella di molti ragazzi della sua età vittime di quelli che comunemente vengono chiamati “bulli”, è fatta di sopraffazione e di deprivazione della dignità, come egli stesso descrive. Ciononostante, Giulio riesce a trovare con le sue sole forze la volontà di riscatto che lo aiuterà a superare questo momento e guardare al mondo con occhi diversi. Non abbiamo cambiato nulla di quanto scritto da Giulio, abbiamo voluto farvelo leggere così come lui ha voluto che lo leggessimo noi. Ecco a voi:
Mi chiamo Giulio.
Come tutti i miei coetanei, ho ambizioni, progetti, idee per rendere la mia vita un qualcosa di autentico, un’esistenza che possa lasciare reminiscenze positive per tutti coloro che mi conosceranno e per tutti coloro che incontrerò durante il mio cammino.
Peccato che quando tutto all’apparenza possa sembrare una vita rosa e fiori, improvvisamente tutto diventa un calvario, un tunnel nel quale non si riesce a intravedere uno spiraglio di luce: il sottoscritto, un ragazzo taciturno, poco esuberante, estremamente laconico, ai tempi delle scuole medie viene preso prepotentemente di mira da un branco di persone ricolme di scelleratezza, nefandezza, stoltezza e meschinità, insomma un gruppo folto di persone senza compassione, senza pietà e privo di ogni forma di sensibilità e valori, quelli che nel linguaggio comune vengono chiamati bulli.
Hanno un atteggiamento e comportamento spavaldo perché non ti guardano mai in faccia, ti tormentano, ti dilaniano, ti mandano nell’esasperazione più totale provocandoti una stizza e un’ irritazione fuori dal comune.
Non ho mai apprezzato la mia personalità e il mio carattere, perché ho sempre accusato un senso di inadeguatezza e inferiorità, che non ha permesso di emergere e spiccare il volo, ma la cosa peggiore è che non me ne sono accorto che così “la strada della felicità” non la potevo mai percorrere, perché io sostengo che la felicità non ha nessuna ricetta e nessun ingrediente, le risposte le dobbiamo trovare dentro di noi, questo è il segreto per stare in pace interiore con la nostra anima.
Stare nell’istituto del mio paese era come un’apocalisse, una catastrofe: ogni santissimo giorno quei balordi, quei vigliacchi mi picchiavano con violenza prendendomi a pugni, a calci e, data la mia vulnerabilità fisica, la mia pelle era pienissima di una miriade di lividi, e, addirittura, spesso dalla mia faccia scorreva sangue, ma nonostante questo loro se infischiavano, mi continuavano a prendere a botte con menefreghismo e strafottenza, ma la cosa eclatante è che vista l’inferiorità numerica – perché io ero contro 5 ragazzi – nessuno mi difendeva, non c ‘era nessuna reazione da parte degli altri compagni di classe che, nel loro egoismo, sghignazzavano e mi prendevano per i fondelli. Così tutte le umiliazioni e tutte le batoste che ero costretto a subire aumentavano vertiginosamente e io mi ero rassegnato, perché pensavo che questo calvario sembrava destinato a non finire.
Però, quando meno te l’aspetti arriva il giorno della svolta che stravolge letteralmente le cose: accumulando tutta la rabbia che tenevo in corpo, prendo la decisione d’istinto di ribellarmi a quei mascalzoni, prima gli rispondo a tono, di conseguenza li prendo a schiaffi, a ceffoni, perché era stata calpestata la mia dignità. La cosa essenziale che desideravo è che la stessa dignità mi venisse restituita e così una storia straziante e lancinante ha una conclusione, un lieto fine.
A distanza di 6 lunghi anni il registro cambia completamente perché, forse, ci sarà un avvenimento che mi potrà regalare una gioia “colossale”: essendo un fan particolarmente sfegatato dell’Eredità, il programma celeberrimo di RAI 1 condotto splendidamente da Flavio Insinna, una sera dopo aver guardato la trasmissione in compagnia di mia zia, lei improvvisamente lancia una proposta spiazzante, dicendo con convinzione la seguente esclamazione: Giulietto ma perché non ti metti in contatto con la redazione per provare a partecipare?
Inizialmente, cerco di eludere la proposta di mia zia, tergiversando e rispondendo molto vagamente, ma successivamente ho cominciato a rimuginare sulla proposta perché mi zia non si sbagliava, lei ha un’arguzia e una sagacia immensa, e credo di avere i requisiti adatti per cimentarmi in questa avventura. Quindi il pomeriggio del 19 Ottobre mando la fatidica lettera alla redazione, parlando totalmente di me stesso e adesso sono in attesa di ricevere la loro chiamata per sostenere il provino.
Il messaggio che voglio lanciare a chi è stata vittima dei bulli è il seguente: capisco alla perfezione il vostro dolore e la vostra sofferenza, anche io come voi ho attraversato quei tragici momenti. Quello che dovete fare è denunciare principalmente, ma la cosa fondamentale è che dovete costruire un dialogo con i vostri genitori, perché nessuno meglio di loro vi può aiutare. Nonostante la situazione possa essere critica sorridete, quel sorriso tenetelo sempre stampato sulle labbra e ricordatevi che la ruota, prima o poi, gira per tutti e tutti riceveranno quello che si meritano. La cosa importante è la vita, affrontatela con umiltà e senza ostentazione, perché credetemi tutti siamo persone speciali e insostituibili, tutti abbiamo gli stessi talenti e le stesse potenzialità, tutti dopo una pioggia incessante vedranno un sole folgorante.
Per chi leggerà, vi abbraccio tutti, senza escludere nessuno.
*Foto di Wokandapix da Pixabay
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